venerdì 6 aprile 2012

NASCERE, VIVERE E MORIRE DA "PRODOTTO"

Allevare degli animali per destinarli ad essere assassinati e mangiati appare già un atto diabolico in partenza. Non ci sono scuse e non ci sono sconti di pena. Non è "omicidio" preterintenzionale ma pianificato, pensato, organizzato e prestabilito. 
Il massimo della premeditazione e della criminalità per qualsiasi giudice terreno e divino. 
Il fatto poi che sia concepito a danno di vittime non umane, ma di vittime animali, innocenti e indifese, prive di avvocati difensori e prive di strumenti culturali per manifestare il loro pensiero nella nostra lingua, non fa che aggravare ulteriormente la spaventosità del crimine. 
Da qualunque angolo visuale noi partiamo, l’allevamento di animali per uso macello si conferma una scelta assurda, angosciante, atroce ed insostenibile. Qualcosa che ci deprime e ci ammala tutti nel corpo e nello spirito, e che produce gravissimi problemi in termini di ecologia.